E adesso?
Riassettata la sala da pranzo, ripulita la cucina, salutati con sincero affetto gli amici di sempre, i volontari, le associazioni – presenze sempre preziose, archiviata la straordinarietà di una settimana densa di appuntamenti e riflessioni, cosa resta?
La settimana in preparazione alla giornata mondiale dei poveri non è un punto di arrivo. Nemmeno la consideriamo quale punto di partenza, in realtà.
Questa settimana è una tappa di un cammino che prosegue, passo dopo passo, motivati dal desiderio di restare accanto.
E nelle pieghe ordinarie di una storia nella quale ci riconosciamo in molti, restiamo certi che la lotta alle povertà è un impegno che ci riguarda da vicino, che ci interpella come cristiani e cittadini.
Alla nostra mensa, anche oggi, siederanno in tanti, affamati di senso e dignità.
Sono gli impoveriti, donne e uomini che tutti noi abbiamo contribuito a lasciare indietro.
E la responsabilità che segna il nostro esistere, fin dall’alba di questo nuovo giorno, perché abbia senso quanto condiviso e vissuto, può solo vivere della consapevolezza che quei volti, quegli sguardi, quelle mani pronte a bussare alla porta della nostra casa ci riguardano da vicino, sono un nostro interesse, una chiamata posta al cuore di ciascuno.
È il tempo della carità domestica: la mano tesa per offrire aiuto e conforto a quel Dio nascosto nel volto dei più poveri, da oggi deve essere anche la tua.
Buon lunedì. Buona settimana.
Buon cammino. Insieme.